Scrivere Fumetti, di Gianfranco Goria | 14 giugno 2000 |
Per anni molti hanno erroneamente pensato che i
fumetti non si dovessero scrivere, ma, al massimo, disegnare. In realtà praticamente
qualunque attività umana creativa è preceduta da una fase di scrittura,
quantomeno mentale. Così come di solito i fumetti si leggono, e non ci si
limita a guardarli, anche quando sono privi di testo.
Con queste parole il dizionario della lingua italiana
Devoto-Oli descrive questa nobile attività, svolta quotidianamente, usando una
indispensabile abilità, da milioni e milioni di lettori di fumetti in tutto il
mondo... Sulla lettura dei fumetti vi invito a leggere il bel saggio di Benoit
Peeters Leggere il fumetto. Le sue riflessioni acute vi saranno preziose e
sono corroborate dal fatto che Peeters non è solo uno dei grandi esperti di fumetto, ma
è uno sceneggiatore di fumetti e, quindi, li conosce anche dall'interno.
Nei prossimi capitoli parleremo di come si scrive (di come si può scrivere) un fumetto.
Se avete lambizione di farlo come professione (o se siete degli studiosi di questo
medium), ragionare su questa fase fondamentale vi sarà di grande aiuto. Se siete solo
curiosi, probabilmente ne ricaverete un maggior piacere nella lettura, e questa non è
certo una cosa da poco!
Fino a non molti anni fa persino
la stessa professione di sceneggiatore di fumetti era sconosciuta ai più e veniva
considerato fra i non lavori, una stranezza... Sorte condivisa con i
disegnatori, naturalmente, della cui esistenza, però, nessuno poteva dubitare, di fronte
allevidenza fisica dei loro disegni... almeno fino allavvento dei computer!
Poi, a fasi alterne, i disegnatori hanno riacquistato la propria dignità artistica e gli
sceneggiatori quella letteraria, puntando al riconoscimento complessivo del ruolo di
autore di fumetti, autore "letterario" e autore "grafico".
Si racconta che Robert Riskin, lo sceneggiatore fisso di Frank Capra, esasperato dal sentire lodare dalla critica il tocco di Capra senza mai un accenno allautore delle sceneggiature, inviò al grande regista uno spesso copione composto solo di pagine bianche con la frase Caro Frank, applica il tuo celebre tocco a questo.[1] Rivalse di questo tipo le avrebbero volentieri fatte anche molti sceneggiatori di fumetti, ignorati anzitutto dal pubblico, negli anni in cui i nomi degli autori non apparivano praticamente mai.
Lo sceneggiatore è,
di fatto, colui che immagina una storia e la racconta, nei minimi dettagli, a qualcun
altro, in modo tale che possa poi essere adeguatamente disegnata e infine letta dal
pubblico. Può raccontarla per iscritto o, perché no, addirittura a voce. In questultimo
modo spesso nascevano le storie della celebre coppia Goscinny e Uderzo (universalmente
noti per Asterix), magari al tavolino di un caffè, come potete vedere nella tavola di
Uderzo qui a fianco. Ma normalmente, a parte i momenti rari in cui gli autori possono
incontrarsi e discutere insieme il lavoro, lo sceneggiatore lavora a casa propria (o, oggi
grazie a internet, dove gli pare, purché ci sia una connessione...), in mezzo ai propri
libri, a videocassette, usando internet per ricerche aggiuntive. Non è un lavoro facile
e, se limpostazione del soggetto con tutte le sue ricerche preliminari può essere
ancora una fase creativa appassionante e divertente, la stesura della sceneggiatura è
sicuramente più pesante, a volte noiosa, a tratti inconcludente, sicuramente piena di
limitazioni oggettive in cui incanalare a forza la propria fantasia e soggetta a svariate
riscritture. Lo sceneggiatore, insomma, è un lavoratore, un professionista che deve stare
allinterno di regole precise (tra cui il rispetto delle scadenze!) e che, tranne nei
rari casi in cui sia anche titolare di una serie, potrebbe non avere neppure la
soddisfazione del pubblico riconoscimento delle proprie capacità, giacché, sempre e
comunque, il suo lavoro sarà inevitabilmente (e giustamente) mediato dallopera di
un altro professionista: quello per cui sta scrivendo (tranne nei rari casi in cui lo
sceneggiatore sia anche disegnatore, s'intende)...
A chi scrive lo
sceneggiatore? Non al pubblico, o per lo meno non direttamente. Il destinatario di questo
strano testo è un altro lavoratore, un altro professionista che ha il compito di far
diventare fumetto tutte quelle parole. Il disegnatore riceve un plico contenente, come
vedremo più avanti in dettaglio, una storia raccontata minuziosamente (più o meno a
seconda dei casi), pronta per la mutazione finale. La lettura del soggetto gli servirà a
capire linsieme del racconto; la sceneggiatura invece dovrà creare in lui lambiente
mentale, le sensazioni sufficienti a ispirargli le giuste immagini, pagina dopo pagina,
vignetta dopo vignetta.
Al disegnatore compete
il compito che è del regista in un film, del cantante per una canzone: interpretare le
emozioni di unaltra persona e farle diventare percepibili da tutti gli altri,
attraverso la mediazione della sua arte. Alla fine di questa operazione il risultato
finale non sarà più scindibile in parte letteraria e parte figurativa.
I due autori mescolano le proprie arti, fondendole in qualcosa di assolutamente nuovo, una
nuova creatura che chiamiamo fumetto. Resta inteso che tutto quello che dico
circa lo sceneggiatore e il disegnatore vale anche in quei casi, fortunati e rari, in cui
le due professionalità siano unite in una sola persona, il cosiddetto autore
completo che scrive e interpreta le proprie storie, come un cantautore, per
intenderci.
Proprio perché la sceneggiatura non è unopera letteraria finita, ma solo uno strumento di comunicazione tra due professionisti, il modo con cui si scrive è fondamentale. Solitamente superfluo perdersi in abbellimenti stilistici; indispensabile spiegarsi molto bene. Non è richiesta una prosa forbita, ma la capacità, ben più rara, di toccare il cuore del disegnatore con frasi essenziali. Poi, in realtà, ognuno trova un proprio stile e, a volte, si scrivono brani intensi e commoventi (o spassosi) che, però, nessun lettore leggerà mai: vedrà, invece, i tratti che quel testo avrà suscitato nel disegnatore.
Ecco qui un piccolo esempio del percorso di produzione
di una storia a fumetti. Fate click sulle immagini e vedrete tutto il materiale (tratto da
un esempio reale) necessario a fare una storia a fumetti!
Appunti preliminari... storyboard... sceneggiatura... matite... pagine inchiostrate...
ecc!
[1] Citazione raccolta da Approche du scénario di Dominique Parent-Altier, ed. Nathan, Parigi, 1997; ed. Italiana Introduzione alla sceneggiatura, ed. Lindau.