![Topolino 1949 - photo Goria - click](http://farm4.static.flickr.com/3223/3159326752_8d35c2e8e8_m.jpg)
Il topo più famoso nel mondo, ovvero
Mickey Mouse o più familiarmente
Topolino, come è conosciuto in Italia, è nato nel 1928 nel cinema d’animazione, poi è
rinato nel 1930 nelle strisce a fumetti, e alla fine del 1932 come giornalino settimanale, e potremmo continuare a lungo, perché nella storia di Topolino c’è sempre un compleanno da festeggiare. L'ultimo cade di questi primi giorni di aprile e coincide con i primi
60 anni del celebre settimanale, versione a libretto, o
bonelliana visto il successo degli albi di Tex e altri eroi delle edizioni di
Sergio Bonelli. La storia del settimanale è in realtà lunga quasi
80 anni, perché nella versione giornale apparve alla fine del
1932, pubblicato a Firenze dall’editore
Nerbini, il quale nell’agosto del 1935 lo cedette alla
Mondadori, perché affascinato dal successo che in quei mesi ottenevano gli eroi del grande fumetto americano, pubblicati sull'
Avventuroso. Così Nerbini fece l'errore della vita e la Mondadori fece un affare. Topolino visse per 738 numeri fino al dopoguerra, malgrado alcuni momenti difficili, che a un certo punto fecero temere il peggio, cioè la chiusura. Il peggio fu evitato perché nell’autunno del
1948 la Mondadori aveva acquistato una moderna rotativa per stampare il mensile
Selezione, una rivista che pubblicava articoli tratti da giornali di mezzo mondo, e un romanzo condensato, che piaceva molto ai lettori più pigri. Dopo aver stampato Selezione, la rotativa restava ferma per un paio di settimane, e allora Mondadori decise di utilizzarla per stampare Topolino, usando la stessa carta e lo stesso formato di Selezione, maneggevole, tascabile, che forse sarebbe piaciuto ai piccoli lettori, proprio come piacevano le strisce di Tex e altri eroi dell’avventura. Nacque così, nell'aprile del
1949, il Topolino che conosciamo ancor oggi, formato libretto, con un centinaio di pagine, quasi tutte in bianco e nero, molte rubriche (dalla posta ai francobolli, dai giochi alle curiosità) e naturalmente molti fumetti, tutti rigorosamente anonimi e firmati Walt Disney. Il primo numero era aperto dall’ultima puntata di una storia,
Topolino e il cobra bianco, scritta da
Guido Martina e disegnata da
Angelo Bioletto, una coppia che negli ultimi numeri del 1949 cominciò a pubblicare l'ormai mitico
Inferno di Topolino. Sullo stesso primo numero comparivano anche Eta Beta e altri personaggi disneiani, quasi un anticipo di quello che avrebbe offerto ogni mese Topolino. Già perché all’inizio il giornalino aveva cadenza mensile, diventata quindicinale
![Topolino e il Cobra Bianco, seconda parte](https://www.afnews.info/public/afnews/uploaded_images/Cobrabianco-753993.jpg)
con il numero 40 e settimanale solo col numero 236, a metà del 1960. Col passar degli anni le pagine sarebbero aumentate, e la pubblicità anche, il colore fu esteso all'intero giornalino e accanto al nome del direttore, per anni
Mario Gentilini, comparvero - dal numero 700 del 22 aprile 1969 - anche quelli degli autori delle storie. Oggi i primi numeri, sia quelli usciti negli anni Trenta sia quelli pubblicati nel 1949, sono l'oggetto del desiderio dei collezionisti, e valgono ancora qualche milione delle vecchie lire. Una piccola
follia che testimonia l’amore e la passione che tanti hanno conservato per Topolino, in fondo un giornalino piccolo piccolo per un topo grande così. [
Carlo Scaringi]