Schizzo presenta n. 5, Centro Fumetto Andrea Pazienza, L. 4.000
Ho inaugurato questo breve spazio di recensioni scrivendo di un fumetto che racconta gesta non eroiche, quotidiane, di vita vera. Guarda caso, mi ritrovo a parlare di un altro fumetto che in questa via è ancora più estremo. Infatti Jessica Abel non ha bisogno neppure di personaggi fissi. Con due storie di sei pagine, una di quattro e una di otto riesce a farci incontrare conoscere capire, sette e più personaggi. Giovani americani tranquilli, discreti, emozionabili e sensibili, inseriti in situazioni per nulla estreme e con caratteristiche che si possono ritrovare intorno a noi, nelle persone che conosciamo, nei nostri amici. Jessica Abel non ce li presenta come in una galleria di ritratti: le loro emozioni, reazioni, pensieri sono così partecipati che viene da dire: ecco, ora sta parlando di sé. Evidentemente no, perché questo accade più di una volta. Ma i grandi autori sanno essere tutti i loro personaggi e Jessica Abel, pure nel suo perfettibile stile grafico, è grande davvero. Quattro stagioni per quattro diverse istantanee piene di commozione e di meraviglia per piccoli momenti della vita. Un po' complicato da capire il capitolo della primavera, mentre l'inverno è una meraviglia. Complimenti a quelli di Schizzo per aver scelto Abel.
Frank Miller, John Romita jr., Al Williamson: Devil, l'uomo senza paura
Marvel Comics, L.30.000
Trattasi della ristampa di un classico, corredata di materiali inediti e ben confezionata. La rilettura è godibilissima, il ritmo narrativo è superbo, le didascalie scandiscono il tempo e preparano le attese. Grandi autori. Però allora come ora mi rimangono indigesti i presupposti narrativi che sono poi anche filosofici o ideologici. Il punto cruciale è a pag. 49: Brad prende per il culo il compagno di stanza di Devil, Foggy Nelson. Foggy non è uno smilzo e così, come spesso accade, eccolo preso di mira da Brad e dai suoi amici: lo chiamano palla di lardo, ciccione, e gli fanno anche del male fisico, tanto che Foggy se ne lamenta con Matt Murdock, cioè il nostro eroe. Che decide di intervenire. Mica parlando. Mica minacciando. No. Fa passare a Brad un'intera notte incaprettato nudo sulla neve. Evidentemente gli eroi, per loro caratteristica intrinseca, non devono usare mezze misure, anzi, non hanno proprio il senso della misura. Bene, potremmo anche dire che siamo d'accordo, tanto è una finzione, tanto Brad non la passa davvero (e poi mi chiedo: chi passa una notte così non si prende almeno una broncopolmonite?). Ciò che accade dopo mi lascia ancor più interdetto: "Quando lo soccorrono, afferma sicura la didascalia milleriana - Brad è un altro uomo. O, almeno, è un ragazzo a cui è stata impartita una severa lezione". Tanto è vero che, poche vignette dopo, Brad si presenta al ciccione con aria dimessa: "Voglio solo dirti che mi dispiace davvero di averti trattato in quel modo. Sono stato un idiota". E poi continuate da soli, il seguito è ancora più ridicolo. Non ho mai visto nessuno educato dalla violenza come i giustizieri si ostinano a credere. Non ho mai visto nessuno diventare buono, far pace con se stesso e col mondo, dopo un'umiliazione. Devil è cieco davvero: non riesce a vedere che le sue vendette sono solo un atto personale di nessuna utilità sociale, una maniera di reagire alle ingiustizie - di sfogare la rabbia, di bruciare adrenalina - in perfetta sintonia con il mondo che quelle vendette ha provocate. Un giustiziere così, con la vera giustizia, ha nulla a che spartire.
(Luca Raffaelli)
Articolo di afnews (se non altrimenti indicato) - Venerdì, 10/4/1998
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