Stati generali natalità: “Etnia italiana da tutelare”. Schlein: frasi “sbagliate’

Il Ministro sa parlare bene l’italiano? Forse ancora no, visto che sbaglia continuamente termini e concetti culturali… Prima la “sostituzione etnica”, poi l'”etnia italiana”. Però dice che non voleva sostenere dei concetti fascistidimmerda, ma solo preservare la “cultura italiana”. Quindi forse il suo è solo un problema linguistico: non ha ancora appreso per bene l’uso corretto e adeguato dell’italiano, almeno in una conversazione pubblica da parte di chi ha responsabilità istituzionali. Forse.
Un pianeta con oltre 8 miliardi di persone (dannatamente troppe, purtroppo, da svariati punti di vista, rispetto alla sopravvivenza della specie e degli ecosistemi che ci sostengono) non ha un problema di natalità da far crescere. Ovvio. Semmai il contrario.
L’etnia italiana non esiste (è mai esistita?): la forza degli abitanti della penisola italica è sempre stata nel meticciato continuo. E gli stereotipi regionali non ci consentono manco per scherzo di parlare di etnia (o, bleargh, di razza che manco esiste) italiana, se mettiamo fianco a fianco Sud Tirolo e Calabria (dal punto di vista degli stereotipi, appunto). Cultura italiana? Se ne può parlare, certo. Ma ricordiamo che il percorso, da Dante al Maestro Manzi, è stato lunghissimo (e, come si vede, non è mai finito né dovrebbe finire) ed è passato attraverso l’uso di moltissime lingue diverse e culture diverse e società diverse, che hanno formato quel patrimonio che noi oggi (e tutto sommato non da molto tempo) definiamo come “cultura italiana”. Un patrimonio che non è esclusivo di una piccola parte della popolazione umana. Può e deve essere condiviso. E arricchito e mutato e migliorato, con l’apporto di chiunque sia in grado di dare un contributo valido.
“Scremare il male, conservare il bene, e poi da capo, senza sosta”. Altrimenti invece di parlare di Cultura, si parla solo di tradizione. E le tradizioni, si sa, possono esser sia buone sia cattive, e vanno sottoposte costantemente a controllo e revisione, o se ne paga l’amaro scotto.
La speranza di sopravvivenza della specie umana, come per altre, sta nella solidarietà, nella condivisione, nello scambio. Altrimenti c’è solo l’estinzione precoce. IMVHO, naturalmente.