afNews 11 Giugno 2024 08:44

Censura fascista alla RAI o cos’altro?

#10giugno – Riepilogo qui oggi quel che è successo ieri, con questi screenshot (non mi fido più a mettere solo dei link dinamici) in ordine cronologico.
Come spesso faccio, scorro le pagine RAI su FB per vedere se c’è qualcosa di condivisibile. Trovo e rilancio sulla pagina FB di afNews il post della RAI sul 10 giugno 1940, quando Mussolini e il fascismo (pensando che la Germania, dopo qualche mese di guerra travolgente, avrebbe vinto tutto e di più) fecero la scelta disumana e scellerata (una delle tantissime) di far entrare l’Italia in guerra insieme a Hitler allo scopo di sacrificare qualche migliaio di italiani e poter sedere vittoriosi al tavolo della spartizione del bottino…
Poi invece, si sa, le cose andarono in modo decisamente diverso e i morti furono decisamente molti di più per colpa di quella cinica e sciaguratissima scelta mussoliniana che mise l’Italia sula lato sbagliato della Storia, quello dei malvagi.
Dopo qualche ora torno a vedere la pagina FB di afNews e noto con stupore che il contenuto dinamico del post rilanciato era “scomparso”, non era più collegato al post RAI che avevo linkato essendo sparito proprio dalla pagina FB della RAI:

Un idiota, pietoso e fascistoide tentativo di far scomparire la storia criminale del fascismo italiano dalle fonti RAI? Boh. Chissà. Che ne so. Mah… Per cui riscrivo il post inserendo il rilancio di una pagina su cui non c’è controllo governativo che tenga (per ora):

https://it.wikipedia.org/wiki/Entrata_dell%27Italia_nella_seconda_guerra_mondiale – è Storia.

Quel post RAI sul 10 giugno 1934 nel frattempo non riappare. Ma “al suo posto” potete trovare questo altro post dedicato a un evento di un altro 10 giugno, quello del 1934, in cui l’Italia fascista conquista il campionato mondiale di calcio:

O guarda, questo c’è:

Avranno sicuramente qualche buona scusa da inventare per giustificare questo episodio, o alla peggio faran finta di niente? Un drammatico errore, suppongo, in ogni caso. Ma con l’aria che tira vien davvero da pensare male (che si fa peccato, ma di solito ci si azzecca, diceva un tal Andreotti).


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