afNews 4 Luglio 2022 13:04

Fumetto e dintorni, a Londra

Su invito di Sua Maestà il Re del Belgio, come forse ricorderai, sono stato invitato all’anteprima del film di Spielberg su Tintin, anni fa, a Bruxelles.

Gianfranco Goria a Bruxelles

Non solo io, certo, ma la mia presenza era dovuta non solo ad afNews, ma anche al mio aver insistito, gentilmente ma pervicacemente, per qualche annetto con l’editore Casterman e la società Moulinsart per ottenere una nuova traduzione italiana, aggiornata e filologicamente corretta. Mi diedero retta affidandomi la tradizione di prova di alcuni albi, per poter dimostrare praticamente la differenza tra la vecchia traduzione (coi suoi normali limiti, vista l’epoca e la scarsa conoscenza tintinologica italiana) e la mia, La cosa piacque, e venne accolto il mio pensiero che fosse necessario cambiare, per tentare ancora una volta di aprire Tintin al mercato italiano. Così fu, come sai (è sempre tutto su afNews). Personalmente posso ipotizzare che più che la correttezza e l’aggiornamento linguistico (lo staff Rizzoli Lizard vide all’opera, per la traduzione da capo, il bravissimo Giovanni Zucca) e per l’aderenza filologica (che ci divertì moltissimo, tanto che feci “osare” oltre misura), fu il film a dare un po’ di spinta (nei limiti di quanto si possa spingere Tintin in Italia, senza investimenti significativi nel marketing). Ma potrei anche sbagliare. Se hai curiosità da soddisfare, il mio piccolo libro Tintin, un giovanotto di 90 anni, svela un bel po’ di dietro le quinte di questa operazione editoriale.

Comunque, nei giorni scorsi ho visitato Londra per andare a vedere Gaia, la mia nipotina nuova di zecca, figlia bellissima di Ana Laura e Stefano. Con l’occasione, sia pure coi problemi di trasporti e di logistica trovati nell’Albionesca città extracomunitaria (ma perché, perché avete lasciato l’Unione Europea?), con disdicevoli sorprese che manco da noi in Italia (anzi, mai capitate a noi, qui), che hanno influito non poco sulla tempistica, abbiamo anche visto (oltre alle “solite cose”, molto velocemente) dei negozi legati al mondo del fumetto, della grafica, dell’illustrazione ecc…

Com’è logico aspettarsi da afNews, la mia macchina fotografica non è stata risparmiata e neppure quella di Alice, per poter dare ai miei 4 lettori qualche immagine e qualche commento visivo.

Faccio notare che tutti i negozi ecc. festeggiavano il Pride. Quasi tutti: non ricordo di aver visto qualcosa al Tintin Shop, ma me lo sarò sicuramente perso…

Ovviamente tutti i negozi e le vetrine festeggiano il Pride! Cioé… quasi tutti: al Tintin Shop non ho notato nulla. Mi sarà sfuggito come il cartello Vietato Fotografare…

Divertentissimo, e non me l’aspettavo, il Museo delle Cere di Madame Tussauds, che, ormai, è una sorta di piccola Disney (per famiglie, ovvio) che ti consente di interagire con le statue e ti porta financo a un’attrazione da Parco Giochi scorrendo la storia della città. Non mancava lo shop, con prezzi ragionevoli (pur essendo Sterline), con un sacco di cosette interessanti.

Meraviglioso il negozio dedicato ai deliziosi finlandesi Moomin, zeppo di cose davvero molto belle (e ovviamente ne abbiamo portate a casa un po’) per adulti e bambini. Per famiglie, insomma, con prezzi variabili che consentono di acquistare sicuramente qualcosa di assai carino.

Non potevamo mancare il negozio degli M&M’s, divertente, pieno di oggetti oltre che dei famosissimi mini cioccolatini, e coloratissimo. Acquisti fatti anche lì, certo. Grande davvero e per famiglie.

E vuoi mancare il binario 9 e 3/4, con relativo shop Potteriano, bello bello bello? Con tante famiglie in coda.

Ed eccoci al dunque. Da buon Tintinofilo Tintinologo, eccomi, come promesso, al Tintin Shop (è stato il primo ad essere aperto in assoluto), dove vedo diverse cose bellissime, sia pure poche, carissime (ma si sa che l’oggettistica Tintin purtroppo non è più per famiglie da dopo la scomparsa dell’autore – è, ahinoi, per gente con un discreto budget per cui le cose belle non sono per bambini, per quanto ciò possa sembrare assurdo) e stipate in uno spazietto veramente angusto, quasi tutte tranquillamente acquistabili in rete, ovviamente. Ma mi sarebbe piaciuto prenderne comunque un po’ sul posto.
Invece, tasto dolente, a differenza di tutti gli altri posti in Londra, a differenza di Bruxelles, dove ho fotografato in lungo e in largo anche l’oggettistica di Tintin, oltre a tutto il (tantissimo) resto (il Belgio è la Casa del Fumetto europeo), vengo bloccato dalla proprietaria, piuttosto agitata, per aver commesso l’onta imperdonabile di aver fotografato nel suo negoziettino.
Se ci andate (ma fate prima su Intenet a fare acquisti, sia per le cose in inglese, sia per quelle in francese, tranne forse qualche carissima statuetta) non azzardatevi a scattare foto!
Cerco di spiegare (in inglese, ovvio) che non intendevo offendere nessuno e tantomeno violare le “regole della casa” (che però non erano esplicitate da nessuna parte – insomma nessuno sgradevole cartello bene in vista con la scritta Vietato Fotografare), che rispettavo le sue richieste, ma che preparavo il consueto reportage sui negozi legati a Tintin. Orrore! Come mai la Moulinsart non l’aveva avvisata (ma cosa sarebbe cambiato)? E vai di nuovo col mio povero inglese a dirle che io sono Gianfranco Goria, il direttore di afNews, che faccio libero e non profit giornalismo fumettistico e non vado a fare “servizi fotografici” per conto di Moulinsart (altrimenti la libertà di opinione dove va a finire). Ciò non la placa punto e vuol telefonare a Bruxelles per verificare le mie “credenziali”. Ok, faccia pure Madame, non c’è problema. Anzi tenga pure il mio biglietto da visita, così ha tutti i dati. Ovviamente, come le avevo detto, la Casa Madre di Tintin non può certificare un bel nulla, essendo io, come si diceva, un libero giornalista fumettistico, (purtroppo) non pagato (profumatamente) dalla citata Moulinsart, ma se ci tiene, si accomodi. Intanto la rassicuro che non faccio altre foto e che non pubblicherò nemmeno quelle già fatte e che farò comunque il mio servizio giornalistico, nel mio piccolo.
Forse Madame era solo nervosa per i fatti suoi, forse Moulinsart l’aveva minacciata di toglierle la licenza se mai avesse lasciato fare foto a turisti e giornalisti (mah…), non lo so e non ho ulteriormente indagato, visto il suo stato d’animo alterato (sia pure in “british style“). Ma a quel punto anche noi ne avevamo abbastanza di maltrattamenti e, va da sé, non abbiamo comprato nulla di quel che avremmo volentieri acquistato lì. Gran bei soldoni risparmiati.

Qui di seguito, dopo gli italici libri di Tintin, un po’ di foto, come promesso.

Ed ecco qualche foto:

Più avanti, magari, ne metterò altre.


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