afNews 16 Maggio 2024 17:56

Ma il Fumetto è veramente così importante nel Tempio dei Libri?…

Ricordi quando Gipi fece il suo ingresso trionfale nel gotha della letteratura? Oggi (non da oggi) tocca a Zerocalcare e a Sio. Domani, chissà.
Ma in realtà forse ciò che conta per l’editoria è solo la quantità di volumi venduti e il volume d’affari (tra annessi e connessi) che alcuni autori producono, grazie ai loro fan (che forse non leggono altro, a fumetti). Insomma, magari si tratta solo di successo “personale”, non di successo del Fumetto.

Potremmo sperare in un effetto di traino, che porti la vastità del fumetto in tutte le sue forme, con tutti i suoi tantissimi autori, a tornare a essere letture “normali” per gli italiani come, si narra, lo siano al di là delle Alpi.
Ma non ci contare. Non è successo prima, non succede ora. Domani, forse?
Nel caso non fosse chiaro cosa intendo, ecco un aneddoto. Il mio precedente barbiere leggeva Tex. C’era sempre in negozio. Ma era un “lettore di fumetti”? No, per niente. Era solo un lettore di Tex. Amen. Punto e basta. Se gli avessi portato Corto Maltese o Asterix, li avrebbe schifati.

Invece, una volta (cioè, parecchi decenni fa, quando tra il resto esistevano anche le famose riviste di fumetti che potevano permettersi di presentare autori e stili diversi), il lettore di fumetti era in grado si spaziare dai Peanuts a Mafalda, dal Paperino di Carl Barks alle storie di Micheluzzi, dall’Uomo mascherato a Tintin, dagli autori francofoni a quelli anglofoni a quelli iberofoni a quelli italiani (che non eran pochi) ecc. ecc. ecc. e spesso erano lettori che accompagnavano la lettura di fumetti a quella di “libri senza immagini”. Non legati al fenomeno del momento quanto alla qualità della narrazione disegnata.

E’ solo la mia umile opinione, naturalmente, dettata dal fatto di essere vecchio e di aver avuto la fortuna di attraversare epoche storiche diverse (alcune incredibilmente creative) e aver potuto vedere cose che oggi sempre meno persone posso di aver potuto apprezzare.

La Storia è importante, non va dimenticata, anzi, va studiata, capita ecc.
Anche quella del Fumetto, almeno quanto quella dei bulloni.
Non so se vivrò abbastanza per vedere di nuovo fiorire la sperimentazione e il classico insieme, cogliere l’entusiasmo semplice di fare cose belle per il solo motivo che sono belle, e di raccontare cose che davvero vale la pena raccontare, e di scorgere lunghe file di lettori davanti a ogni meritevole fumetto per il solo piacere di leggere qualcosa di molto bello, molto significativo, e vedere moltissime persone andare a casa dai Saloni del Libro, dopo aver curiosato dappertutto, con fumetti i più diversi fra loro, nuovi e antichi, di tutto il mondo, accomunati solo dalla qualità intrinseca.
Senza dimenticare il digitale, ché il Fumetto non ha paura di nulla.
Come suol dirsi, chi vivrà vedrà. E chi non muore si rivede. Intanto si presidia…


Qui di seguito qualche foto di Gianfranco Goria da una vecchia edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino:


Scopri di più da afNews

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Questo articolo è stato inserito da: