Il MahArAja di Burlingore

x-DSC_6608 Burlangore
Ai tempi del Grande Re (महाराज) di Burlingore, una antica e stupida legge era ancora in vigore.
Chiunque avesse osato, sia pure per sbaglio, calpestare l’ombra del Re, avrebbe dovuto essere condannato a morte. L’unico modo per salvare la ghirba sarebbe stata la benevola grazia del Re stesso, che poteva commutare la pena in un’altra, meno tragica.
Ma il Grande Re di Burlingore era persona degna del suo ruolo e detestava le leggi stupide. Tuttavia la tradizione esigeva che quella legge venisse rispettata. Allora il Re era solito fare la faccia severa, quando un suo suddito calpestava la nobile ombra, lo condannava a morte e commutava la pena, all’istante, in una pacca sulla spalla, accompagnata, per consolazione, da una delle famosissime e rarissime Caramelle del Re (una ricetta speciale, buonissime, mmmmmmh!…).
La gente lo sapeva, e stava al gioco, ed era un onore poter calpestare l’ombra reale, prendersi la benevola pacca sulla spalla e godersi la meravigliosa Caramella del Re! Il Grande Re sapeva che la gente sapeva, e stava al gioco anch’egli.
Ma certo non potevano tutti e tremilioneduecentrotrentaseimilaquattrocentocinquantatre sudditi calpestare, tutti insieme, la maestosa ombra regale, sia per gli effetti disastrosi che potete immaginare, sia perché non sarebbe bastata la scorta delle Caramelle del Re (una ricetta speciale, buonissime… mmmh… ma questo forse l’ho già detto, vero?). Si svolgeva allora, una volta al mese, una grande lotteria fra tutti i sudditi che ancora non avevano calpestato l’ombra del Gran Re e ne venivano estratti tre. I selezionati dalla sorte dovevano poi sottoporsi, nell’arco del mese, a prove particolari di calpestamento ombre giacché solo chi fosse stato davvero in grado di calpestarla al primo colpo, avrebbe avuto l’onore di farlo davvero: non si poteva certo far brutte figure col Re. Eh, insomma…
I due che, per quella volta, restavano fuori dal gioco, venivano comunque portati in trionfo e si faceva una grande festa con dolci e prelibatezze varie, per consolazione.
Il più abile dei tre, invece, si preparava all’evento con gran cura.
Nel giorno previsto, saltava infine sull’ombra regale, come per puro caso, il Re lo guardava severo, il saltatore mostrava terrore nel viso implorando pietà, il Re lo condannava inesorabilmente a morte, commutava all’istante la pena in una pacca sulla spalla e gli dava, per consolazione, la meravigliosa e ambitissima Caramella del Re (una ricetta speciale, deliziosa davvero, mmmh… ma l’ho già detto, mi sa). La vittima così salvata, veniva portata in trionfo dal popolo, che osannava la benevolenza e la misericordia del Grande Re, e si faceva una grande festa con dolci e prelibatezze varie. Alla fine il calpestatore di ombre poteva mangiarsi la Caramella del Re, fare “mmmmh!… mmmmh!” a più non posso e lodare le eccezionali qualità della riserva speciale del Re. Il popolo esultante attendeva con ansia la prossima lotteria, lavorando e vivendo felice, ai tempi del Grande Re di Burlingore, nonostante una antica e stupida legge fosse ancora in vigore.

Un racconto di Gianfranco Goria, 8 febbraio 2012, dalla raccolta “mmm…melaraccontidinuovo?


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