La Vita: meglio lunga o larga?

Essere felici senza estinguerci prematuramente…
Il grande quesito del titolo in cima, fu affrontato da un famoso filosofo partenopeo. E io la penso come lui. Meglio larga che lunga, la vita.
Certo, si potesse attuare l’augurio vulcaniano (Live long and prosper) sostituendo quindi, nella domanda filosofica di apertura, la “o” con la “e”, sarebbe interessante (e talvolta, ad alcuni fortunatissimi, càpita), ma non potendo, IMVHO è decisamente meglio vivere una vita larga, piena, felice, piuttosto che lunga, costretta e dolorosa.
Ma la maggior parte degli umani cosa ne pensa?

Enormi risorse sono usate per allungare la vita degli umani oltre i 100 anni. Quante sono devolute al ben più nobile scopo di renderci felici?

Questo pianeta ha un ecosistema complessivo chiuso. Non possiamo (mica siamo ai tempi di Star Trek) trovare altre risorse che non siano qui, per mangiare, bere ecc. Sono limitate e inserite in un circuito di riciclo interno al pianeta, circuito nel quale, ahinoi, dovrebbero restare).
Eppure, mi pare, prima che gli umani prendessero a sforare, la Vita sulla Terra si è sviluppata in tantissimi modi diversi, senza rovinare disastrosamente, anzi, l’equilibrio complessivo tra risorse e vita.
Poi siamo arrivati noi e, in men che non si dica (anche la velocità ha il suo peso in questa faccenda), abbiamo distrutto quell’equilibrio.

Negli anni 60 del secolo scorso, quando i termini ecologia ecc. han cominciato a diffondersi a livello popolare (insieme ad altri nostri mutamenti nel comportamento e nella sensibilità globale), qualcuno aveva calcolato quanti esseri umani sono veramente sostenibili, su questo pianeta?

Forse sì, tant’è che si parlava di sovrappopolazione (eravamo ancora ben sotto i 4 miliardi – oggi siamo prossimi agli 8), di scarsità di risorse per acqua e cibo (e anche del resto, che consumiamo senza farci soverchi problemi, ma non si rigenera da sé o nei tempi o nella forma che a noi farebbe piacere), di inquinamento dell’aria e dell’acqua dovuto alle attività umane, di strada verso l’estinzione prematura della specie, provocata… dagli stessi esseri umani (trascinando nell’estinzione prematura anche un sacco di altre creature).

Vogliamo dissetare diciamo 10 miliardi di esseri umani senza rompere il naturale equilibrio del ciclo dell’acqua (ricordiamo che l’acqua salata aveva una sua funzione normale per la vita sulla Terra, che non era quella di dissetare animali di terra con acqua dolce desalinizzata artificialmente)?
Vogliamo cibare 10 miliardi di persone senza distruggere tutte le foreste del pianeta per far spazio alle coltivazioni necessarie (quindi rompendo l’equilibrio dell’aria respirabile et al. e condannando prematuramente all’estinzione una enorme quantità di altre forme di vita di questo pianeta)?
Vogliamo essere felici senza estinguerci prematuramente?

La “natura” ci aiuta (non intenzionalmente, suppongo), mandandoci catastrofi naturali e virus (ecc.) che cercano disperatamente (dico per dire) di ridurre almeno di un poco la popolazione umana… Impresa improba, visto quanto siamo tignosi (la mala erba, si sa…), mai riuscita davvero (sempre solo pochi milioni, contro i miliardi che siamo e che saremo, se continuiamo così) e viste le risorse del nostro cervello che si impegna un sacco per cercare soluzioni che ci facciano vivere oltre misura (dico sempre per dire).
E’ chiaro a tutti che si muore comunque, a un certo punto, ché i nostri atomi vanno riciclati per servire ad altra vita e via così: tutti ci nutriamo di vita e tutti siamo cibo per altre vite, diciamo. La cosa, per quanto ovvia al momento, disturba molti umani che cercano rifugio in una speranzosa quanto ipotetica “immortalità” spirituale, o in un disperato (e non sempre piacevole) prolungamento fino allo spasimo della vita individuale.
Ma “se vuoi salvare l’umanità dall’estinzione prematura, devi morire (al momento opportuno).” 😉
Altri invece la prendono con filosofia, come gli altri animali della Terra, per dire, ma forse sono pochi, non so.

Fatto sta che continuiamo pervicacemente a riprodurci senza sosta (invece di cercare di ridurre la popolazione mondiale), come fossimo quattro gatti sempre sulla soglia dell’estinzione, e continuiamo a voler ostinatamente allungare la nostra vita individuale quasi fosse un rimedio alla inevitabilità della morte dei nostri corpi, causando così i danni di cui sopra e avvicinando, forse, la nostra stessa estinzione prematura per… sovrappopolazione.

“Sopravvivenza della specie – sopravvivenza dell’individuo: i due istinti primordiali, si dice. Anche se, forse, è la sopravvivenza del DNA (la sopravvivenza della Vita, non importa in quale forma, la cosiddetta “forza della vita”) la vera molla di questi istinti primordiali. Ma questo lo dico io e quindi è solo una ipotesi banale.”

Io, a livello individuale, vorrei essere il più felice possibile (e stimolare sorrisi che mi rende ancora più felice), per tutto il tempo che questo corpo avrà a disposizione finché sarà funzionante quanto basta perché io possa essere felice (sopravvivere non mi interessa punto). E, fin qui, non mi posso proprio lamentare. “Life’s been good to me, so far.”

A livello globale non so se siamo ancora in tempo per rimediare ai danni fatti. Bisogna chiedere a chi davvero lo sa (gli scienziati fanno i calcoli, si sa, io proprio non li so fare giusti, manco quelli semplici – avrò altre doti, suppongo). Siamo dannatamente troppi, magari, noi stupidi e meravigliosi umani? Siamo capaci di ridurre la nostra apparentemente incontenibile tendenza a sovraffollare disastrosamente il pianeta (guarda i numeri qui in diretta, ché sono ovviamente più alti ogni momento a differenza di quelli congelati qui sotto: https://www.worldometers.info/ e abbi paura) e arrivare a ridurre il nostro numero fino a quello veramente sostenibile nel/per il nostro meraviglioso pianeta?

 

Vogliamo davvero lasciare che siano i mostruosi cambiamenti nel nostro ecosistema chiuso che noi causiamo a distruggerci anzitempo? Vogliamo assistere a disumane guerre per acqua, aria e cibo?
Vuoi davvero che l’umanità finisca così?
O vuoi Star Trek? “La seconda, che hai detto…”, per quanto mi riguarda, IMVHO. 😉

Io ti ho raccontato tutto ciò, così ci pensi su e decidi cosa vuoi davvero. E agisci di conseguenza. Finché sei vivo, naturalmente. 🙂